Jazz lento

C’è molto spazio adesso, luce di orizzonti
e pagine voltate a illuminare i giorni e le montagne
di non so quale quiete o allegria d’acqua chiara;
tutto, purché io non abbia a pentirmi
di averti amato anche nel tempo in cui non c’eri,
conosciuto così poco e bene con il cuore e gli occhi
senza saper nulla dei tuoi silenzi e delle mani
e delle stanze segrete che forse non avevi;
tutto, purché il tuo giocare tra le righe del sentir comune
ritorni sulle mie labbra come una risata che diviene bacio
perché ti ho camminato addosso senza farti male, credo,
e tra i miei segni tu hai lasciato il più sottile e il più tenace.
Danzo al ritmo di questo jazz lento che mi distrae le ciglia
e la tramontana è un abbraccio tra gli anemoni,
cristallo e argento la pioggia, carezza d’aria e foglie
mentre s’alza l’airone a precorrere la grazia instancabile del volo
o una libellula, ali nel vento, che a pensarci mi s’accorcia il fiato
in questo scompiglio tenero di cielo, perlaceo di nubi indistinte e vaghe.
C’eri in questo mattino rugginoso di sogni in dormiveglia,
ci sarai nel profumo fruttato della sera alla finestra,
e dischiuderà i suoi petali la terra, perché tu possa vederla,
almeno una volta ancora.

24 Pensieri su &Idquo;Jazz lento

  1. Davvero bellissima, piena di immagini e di dolcezza in ogni riga, l’unica parola che stona è “precorrere”: mi sembra che non canti come tutto il resto. Ma è solo un’opinione. Sei bravissima, non un dilettante come me. Complimenti.
    Marco

    • Grazie, mi porto dietro da una vita il “problema” di non sentire il ritmo. Mai riuscita a ballare perché non riesco a tenere il tempo. Ma amo la musica e sono contenta che almeno un po’ si senta se non altro quando scrivo 🙂

Scrivi una risposta a margraces Cancella risposta