Due giorni dopo Viola venne a trovarmi.
– Ma in che guaio ti sei cacciato? – Era molto meno spaventata di quello che mi sarei aspettato, e sembrava determinata a starmi vicino.
– Non preoccuparti, ne uscirò vivo – le dissi, col mio abituale sorriso sportivo. – Me la caverò. Adesso è bene che tu sparisca e non ti faccia vedere per un po’ di tempo.
Lei mi guardò.
– Sparire?
Cominciavo a diventare impaziente.
– Senti, non che ci sia veramente pericolo ma non voglio che tu e la piccola siate coinvolti in nessun modo. Cambia città, fammi scrivere da qualcuno di cui ti fidi se vuoi, ma il meno possibile. Passerà presto vedrai. – Avevo paura e non avrei voluto farglielo capire, ma stava diventando evidente che c’era più di quello che avevo lasciato trasparire.
– E tu come puoi farcela da solo? Hai bisogno di me, adesso più che mai. No, non intendo abbandonarti. Io e la bambina saremo qui, voglio essere vicina se dovesse servirti qualcosa.
Avevo davvero paura di non farcela. Ma che lei mettesse a nudo la mia debolezza era una cosa che non potevo permettere.
– di te? – Le dissi con un sorriso di scherno. – Io non ho bisogno di nessuno, meno che mai di te, piccola. Vedi bene di mettere in salvo la bambina, perché è di lei che mi importa. Tu stai con uno che combatte dalla parte sbagliata della trincea. Ma chi credi di essere? Credi di potermi cambiare, sarebbe un bel trofeo per te, vero? Un delinquente riportato sulla buona strada. Non hai capito mai niente di me. Beh, lascia che ti dica una cosa. E’ con me che ti sei messa, è con me che stai, se non ti piaceva potevi scegliere un altro. Non voglio più vedervi, né te né lei, mai finché avrò vita, hai capito?
Non avevo mai usato parole così dure con nessuna donna. Sapevo, nel momento stesso in cui le dicevo, che stavo ferendola senza nessuna ragione valida tranne il mio orgoglio idiota. Mi piacerebbe dire che davvero in quel momento pensavo alla sicurezza sua e della bambina, ma non era così. Più tardi ho capito che perdere mia figlia è stato il vero castigo, il peggiore. Avrei accettato non uno ma tre ergastoli, se mi avessero permesso di rivederla. Ma mi capitava di pensare, nei momenti più neri, che forse le avevo salvato la vita, e anche se non fosse stato così, almeno l’avevo salvata da uno che non sapeva essere padre.
Mi tocca profondamente questo pezzo sublime…da corpo alle mie paure più ataviche…dover rinunciare a mia figlia per indegnità! O peggio per protezione da me stesso.ti stimo sempre più!
Beh oddio mica mi ti vorrai mettere dall’altra parte della barricata, no? Tu sei avvo, la legge la difendi (ok non tutti gli avvo lo fanno però qualcuno… credo…) 🙂
Hahaha naaaaa assolutamente no. Ma le riflessioni finali fanno…riflettere…a prescindere
e allora di riflesso riflettendo sulle riflessioni riflettevo che se uno riflette sulla sua capacità di essere padre, difficilmente può essere tanto male (rifletto anche che mi ricorda un po’ Yzingrinus questo riflettere riflesso e riflettuto su sé stesso) 😀
Non temere, scaccia questo timore, sei un ottimo padre 🙂
Grazie Dora! Non è un pensiero cosciente…non so se sono un buon padre ma quel che so è che più di così non potrei fare e questo mi basta. Quanto alle paure…dicevo sono ancestrali…
Quando ho detto che sei un ottimo padre, non l’ho fatto perché sei Avvocatolo e penso di conoscerti, ma perché hai di questi timori. Un padre che non ha paura di sbagliare non agisce del tutto in favore dei figli… 😉
Uh…bella questa…mi piace molto pensare tu abbia ragione! !!
Certo che ce l’ho! Non vorrai mica mettere in dubbio le mie parole?! 😉
Maiii
Bene! 😉
Capisco benissimo. Un paio di giorni fa ho scritto più o meno di questo in un momento di sconforto, un post di getto che avevo cancellato e poi ripristinato. Perché si va in crisi, eccome se ci si va. E ci si chiede… ma i bambini ci chiedono solo di “esserci” e di “tenere” quando loro sono in difficoltà. Perché come mi ha detto mio figlio “voi siete adulti”.
Cioè, possiamo anche andare in crisi, ma non troppo 🙂
❤
❤ a te 😀
Far credere di non amare a volte è l’unico modo per salvare qualcuno che ci sta a cuore… Ma è così difficile farlo…
Sì, penso che trovarsi nella situazione di dover fare una scelta del genere sia davvero spaventoso, perché poi non sai i costi, le conseguenze future, né di una decisione, né dell’altra. E’ vero che le conseguenze delle nostre azioni le conosciamo sempre fino a un certo punto, però in alcuni casi possono essere più laceranti
Si può solo chiudere gli occhi e buttarsi, sperando sia la scelta giusta… Se io mi trovassi dall’altra parte, però, e conoscessi bene la persona che cerca di allontanarmi non saprei crederci…
Devi pensare però che lui non si era mai esposto del tutto, non si era lasciato conoscere, aveva nascosto buona parte della verità. Quindi lei poteva credere che in effetti, lui davvero non l’avesse mai amata (e in un certo senso, lui stesso aveva ammesso che il suo era stato un amore con molti aspetti “opportunistici”, diciamo.
Sì l’aveva ammesso, ma potrebbe anche essere che lo scopo fosse di convincere se stesso per convincere di più loro…
No, intendevo che l’aveva ammesso già in precedenza nel corso del racconto. Ci sono fasi della vita in cui non sei davvero capace di amare, magari te ne convinci, ma guardando indietro capisci che non era davvero amore, era più che altro un bisogno di prendere, senza saper dare. Per amare davvero devi essere pronto a metterti in gioco completamente, e questo lui non lo sapeva fare, non nel momento in cui era stato con Viola. Essere innamorati è una cosa, amare è un’altra
Forse perché sono ottimista e voglio vedere nelle azioni un qualcosa di più profondo mi piace credere in una sua comprensione, ora che ci è costretto, di ciò che vuol dire amare veramente… La perdita ti mette in evidenza tutto ciò che hai dentro , che hai fatto e che sei disposto a fare. E non ti resta che tirar le somme…
Beh, si potrebbe dire che l’evoluzione è in quel senso… domani comunque l’ultima puntata 🙂
A domani allora, così vedrò dove porterà quest’evoluzione 😉
A domani 🙂
Il tuo avatar insieme alla stellina blu del like risulta ben luminoso sulla destra del monitor 😉 🙂
🙂
🙂
Non so se sono più colpita dal racconto o dalla breve ma intensa discussione che ne è nata. Adoro queste dinamiche! E ne nascono sempre bellissime riflessioni. Bello tutto! Brava
Grazie! 🙂
Sì, questo tipo di “conversazioni” possono portare a conoscere un po’ meglio gli altri ma anche sé stessi, ripensare alle proprie idee e ai motivi per cui si vedono le cose in un certo modo…
vero!
da figlio ho desiderato sentire l’amore da un padre che ne era colmo ma che allo stesso tempo non riusciva a donare. Un uomo mite e gentile ma di pochissime parole e poche presenze : non era una scelta la sua ma l’incapacità di conoscere quello che aveva dentro abituato in una famiglia dove ruoli e “mestieri” erano rigidi e schematici. Non riuscii mai a capire perchè non riuscisse a esternarlo soprattutto perchè intravedo in lui una forza e una passione enorme, già dalle piccole cose. Per esempio mi sono mancati moltissimo gli abbracci e i baci. Poi la sua morte fermò per sempre ogni possibilità di provarci. Ho imparato ora, a distanza di anni, ad amarlo con tutto me stesso conscio delle sue non colpe. Ora da padre provo a trasmettere ai miei figli l’energia del contatto : il buongiorno di un bacio o l’abbraccio quando arriva sera.
La capisco bene questa cosa del contatto, è una cosa che è mancata anche a me, ma come dici tu, era proprio l’educazione di una volta che dava poco spazio alle “effusioni”. Ha lasciato tracce anche in me questa cosa, nel senso che a me piace molto il contatto, riesco a esprimerlo bene per esempio con mio figlio piccolo che è molto “fisico”, ma quando intravvedo una difficoltà dall’altra parte, come con mio figlio grande (ma anche con tutti i bambini con cui non ho confidenza), mi ritiro subito e mi prende il timore di infastidire e sembro quasi fredda, il che mi dispiace tanto. Essendone consapevoli, si può comunque almeno cercare di trasmettere per quanto si riesce quell’energia di cui parli.