Magia.
Magia pura.
Magia infinita.
Non c’è parola che esprima meglio di questa tutto quello che questo film racchiude in sé.
Man mano che ci si addentra nel mondo cinematografico di Robin Williams, non si può fare a meno di rendersi conto che l’aspetto visivo deve aver avuto un ruolo non indifferente nelle sue scelte. Anche i lavori più criticati o di minor successo spesso colpiscono per la bellezza o la particolarità delle immagini (pensate per esempio a Popeye, che del resto era di Altman, al Barone di Munchausen di Gilliam, a Toys di Levinson e, più di tutti, Al di là dei sogni di Vincent Ward). Penso che abbia a che fare con il mantenere in sé una parte bambina, perché il nostro sguardo sappia ancora lasciarsi incantare da ciò su cui si posa.
Aladdin è sicuramente una gioia per gli occhi e tanto, tanto altro. Le canzoni, fantastiche (Friend Like Me mi fa pensare che RW avrebbe potuto benissimo fare anche il cantante, per dire). Il cattivo Jafar e il suo irascibile pappagallo Iago. Una bella storia, ironia, cura dei dettagli. E poi… poi pensate a un personaggio nato quasi interamente da una delle menti più creative che siano esistite allo scopo principalmente di regalare stupore e meraviglia, un personaggio in cui finalmente, di nuovo, Robin Williams ha potuto riversare tutta la sua comicità più spregiudicata e immaginifica, senza doversi frenare (tanto poi, il materiale inutilizzato mica sarebbe mai stato buttato via… sarebbe servito semplicemente ad altro) e quindi al suo meglio.
Insomma, pensate al Genio. Il personaggio con cui forse è stato identificato più di tutti, da quel momento. Fin troppo. Al punto che oggi nemmeno io riesco a guardare la scena in cui il Genio esprime il desiderio di essere libero (“la libertà… è un mestieraccio, sai, quello del genio. Fenomenali poteri cosmici… e minuscolo spazio vitale… Ma oh, essere libero… essere padrone di me stesso. Questa sarebbe una cosa più preziosa di tutte le magie, di tutti i tesori di tutto il mondo”) senza ridere e piangere e commuovermi, anche per l’addio a RW (Genie, you are free), pur restando fermamente dell’idea che lui sia stato libero e padrone di sé stesso per quasi tutta se non tutta la sua vita.
Buon incanto, cari amici!
Magic.
Pure magic.
Endless magic.
There is no other word to better convey all that this movie enshrines.
As we explore the cinematographic world of Robin Williams, we cannot help realizing that the visual aspect must have had a far-from-negligible role in his choices. Even the most criticised or less successful works often stand out due to the beauty or peculiarity of the set design (think of Popeye, which was directed by Altman, in fact, of Gilliam’s Baron Munchhausen, or of Levinson’s Toys, and most of all, Vincent Ward’s What Dreams May Come). I think this may have something to do with keeping a child part inside, so that our sight can still take delight in everything it sets on.
Aladdin surely is a joy to behold and much, much more than that. The songs, amazing (Friends Like Me makes me think RW could have been a singer, say, had he just so decided). The wicked Jafar and his cranky parrot Iago. A nice plot, irony, care for details. And then… then just think of a character that was almost entirely born of one of the most creative minds that existed mainly for the purpose of bringing us wonder and amazement, a character into which Robin Williams was able again, at last, to pour all his most unbridled imaginative humour, without being forced to hold back (indeed, the unused material would not have been thrown away, that’s for sure… it would be just used for something else) and therefore at his best.
In short, think of the Genie, the character with whom, perhaps, he has been identified most, even too much maybe. To the point that now even I cannot watch the scene in which the Genie expresses his wish to be free (“Freedom… it’s part of the whole genie gig. Phenomenal cosmic powers… itty-bitty living space… But oh, to be free… to be my own master. Such a thing would be greater than all the magic and all the treasures in all the world”) without laughing and crying and feeling moved, also because of the goodbye to RW (Genie, you are free), although I remain firmly convinced that he was free and his own master during all, or almost all of his life.
Let you be charmed, my dear friends!
è davvero un incantesimo di bellezza, ironia e stupore
Già… ❤
Brava!!! sul genio poi mi ha sempre fatto una tristezza infinita proprio perchè prigioniero di un ruolo. Il film è carino, mia figlia però non è ancora riuscita ad apprezzarlo, lo farà più avanti cogliendone l’essenza.
Non so, a parte la malinconia legata a quel famoso addio, a me ha sempre fatto ridere tantissimo, lo adoro, del resto alla fine si libera anche del ruolo, ma è una continua esplosione di battute, scherzi, voci, espressioni. Certo in inglese è un’altra cosa, in italiano manca… bè, manca il Genio… però devo dire, sono stati bravissimi nella traduzione. Spero tanto che anche tua figlia finirà per amarlo perché secondo me davvero merita
10 anni quasi 11 forse sono ancora pochi per cogliere…
Per cogliere le sfumature sì, per innamorarsi dei colori e della storia e per divertirsi penso di no, mio figlio lo ha amato da subito ed era ancora più piccolo ai tempi, ma certo dipende da persona a persona, diamo tempo al tempo… 😀
leggo il tuo post, anche se il cinema mi annoia terribilmente.
Un’ottima occasione per augurare a te un felice 2016, ricco di serenità e abbondanza.
Io ho sempre amato moltissimo il cinema, ultimamente sono un po’ più selettiva, scelgo cose (magari anche poco impegnate) ma che so che non possono fare a meno di piacermi 🙂
Grazie, ricambio l’augurio di cuore!
Non ho mai sentito l’attrazione per il cinema ma qualcosa si guarda volentieri.
ciao cara! ho vistro il cartone, ma il film no…
Il film di cui parlo è il cartone… l’unico che conosco io, non so se ce ne sono altri… però non so di chi sia la voce del Genio in italiano, immagino Carlo Valli, che è il doppiatore “ufficiale”, ma a me interessano la voce e le invenzioni del “mio” Genio, Robin Williams… 🙂
ahhhhh….. e infatti mi pareva mi fosse scappato qualcosa…. scusa!
No, la voce del Genio è di Gigi Proietti, una voce italiana istrionica che si adatta egregiamente a quella di RW 😀
Bel film d’animazione, molto ben strutturato e divertente.
Bacio
Sid
Ah, ecco sì. Bella voce, anche la sua ma… vabbè, io sono di parte 🙂
Le due voci, come le due lingue, sono difficilmente paragonabili. Tuttavia, Gigi Proietti si è rivelato un doppiatore all’altezza delle aspettative 😀
Bacio
Sid
Beh, è molto bravo, non ci sono dubbi 😀
Pingback: 28. Aladdin and the King of Thieves | intempestivoviandante's Blog
Pingback: 49. Robots | intempestivoviandante's Blog
Pingback: L’elenco promesso – I parte | intempestivoviandante's Blog
Pingback: The Thief of Bagdad / Il ladro di Bagdad | intempestivoviandante's Blog