Come vi dicevo ieri, da questo luogo un po’ particolare dal nome a me caro di Pian del Lupo si dipartono vari sentieri. Stamattina ne ho preso uno che sale verso sud e probabilmente dovrebbe essere quello che va verso il monte Zucchero.Mi sono svegliata un po’ prima e il panorama oggi si presentava così:
Arrivata al Piano ho proseguito, d’istinto nel dubbio prendo sempre il sentiero in salita, anche se l’inganno è dietro l’angolo: qui molte vie partono in salita e poi scendono, e viceversa. In questo caso ho continuato a salire per un bel pezzetto. Ho fatto solo questa foto per via di quel sole rosseggiante tra gli alberi, fino a…
… fino a che sono arrivata qui e ho trovato queste luci, questi azzurri, queste striscioline di sole tra colori già in parte quasi autunnali…
Al ritorno soltanto questa:
Molte cose, però, non entrano in una immagine. Le quattro o cinque diverse specie di uccelli coi loro versi che vorrei riconoscere (avrei tanto, tanto bisogno di qualche vita in più), compreso quello che penso sia il gentile ticchettio di un picchio, e li senti a pochi passi da te anche se non li vedi; il vento che in certi momenti, nel suo percorso tra le foglie, imita il rumore dell’acqua, e pare quasi che sulla collina si insinuino le onde di un fiume profondo e inquieto, se non addirittura del mare; la biforcazione di un bosco, con una parte che sembra quasi nascere dalla roccia, e non puoi fotografare quel punto perché è troppo vicino, non rende per nulla quell’effetto così curioso; il sogno di questa notte, un grosso serpente a cui riuscivo a sfuggire in maniera un po’ rocambolesca (un po’ di timore di incontrare qualche serpente ce l’ho, devo ammetterlo). I punti in cui potresti andare avanti quasi cantando a occhi chiusi, tanto è impossibile sbagliare, e quelli in cui cerchi di memorizzare persino la posizione delle spighe, dei sassi su cui scivoli, dei rovi che ti graffiano, per capire se da lì ci sei già passato. E i racconti dell’anziano contadino che ai tempi della guerra era un ragazzo e ricorda di quando sul Monte Zucchero i nazisti vennero a prendere dodici persone, e comandarono loro di scavare delle fosse prima di ucciderli, uno solo si salvò, scese giù al paese più vicino e aveva “le mutande tutte sporche di sangue“. Sono luoghi densi di storia e storie, questi.
imparare a riconoscere gli uccelli non ha bisogno di molto tempo…
Immagino, ma ci sono moltissime cose che non richiedono tanto tempo… messe una sull’altra, però…
😦 Qualche giorno fa ho provato a cercare qualcosa su Internet sui versi degli uccelli ma a me pare un ginepraio devo dire… 🙂
meglio affidarsi alle guide cartacee e cominciare con il riconoscimento visivo
argh… 🙂
osservare gli uccelli è una gioia grande…credimi.
Sì, è vero, mi capita spesso di vederne e non solo qui, persino i passeri della città mi procurano gioia, specialmente poi se ne vedo uno sul balcone. E poi sono legatissima a un momento molto speciale legato a un (forse) pettirosso. Temo di non avere una grandissima pazienza, però. Per restare ferma ad aspettarli, per impararne i nomi, per collegarli ai rispettivi versi… non so, è una di quelle cose che mi piacerebbero in astratto, ma ci sono un’immensità di cose a distrarmi, sono curiosissima forse in modo un po’ superficiale, ad ogni spunto devio da quello che sto facendo per inseguire una nuova idea, una nuova possibilità… mi perdo in mille rivoli. Tranne che per tre o quattro cose fondamentali, ma anche in quel caso, una cosa porta a infinite altre e il tempo davvero non basta mai.
eppure resto convinto del fatto che chi ama camminare nel “mondo selvaggio” dovrebbe imparare a riconoscere gli uccelli…
Devo dire la verità, non sono neanche sicura di essere una che ama camminare nel mondo selvaggio 🙂
Diciamo che ho sempre camminato abbastanza più che altro per il fatto che non ho la patente, mi piace tutto sommato, ma cammino volentieri sia in città che in campagna, mi piace trovare nuovi scorci, mi aiuta a pensare (cammino praticamente sempre da sola infatti, nonostante le rimostranze di chi vorrebbe che andassi con qualcuno) ma non ho proprio la passione… fino a pochissimo tempo fa avrei avuto timore anche a prendere un sentiero, in luoghi non sufficientemente conosciuti,ancora adesso non ho tutta questa sicurezza… detto questo, visto che ho imparato ad apprezzare le camminate in mezzo ai boschi, forse da qui verrà anche una voglia più forte di osservare e riconoscere gli uccelli e i loro versi, come in (pur piccola) parte è avvenuto per piante e alberi 🙂
direi che il “primo passo” è stato fatto”!
Sì, forse sì 🙂
La luce del sole, tra rami e foglie, è d’un fascino senza eguali.
Che belle immagini
Grazie! Io ho un debole per le luci 🙂
Bellissime immagini a contatto con la natura.
Mi pare che come esseri umani non sempre ci meritiamo le meraviglie che essa ci dona.
Eppure a me commuove proprio tanto, lo dicevo qualche giorno fa, questa capacità che abbiamo di incantarci. Dopotutto, la natura sarebbe lì comunque, anche se noi non fossimo lì ad ammirarla. Purtroppo non tutti, è vero, mantengono questa capacità di farsi “attraversare dalla bellezza”, ma è comunque una caratteristica molto umana, una delle più sorprendenti, secondo me
Sono assolutamente d’accordo. La mia era una sorta di richiamo. Uno sprone ad esserne parte come figli attivi e coscienziosi. Ciao
Giusto richiamo 🙂
Grazie, buona serata, a presto
Foto bellissime e brivido sul racconto dell’anziano.
Grazie.
Sì, una storia probabilmente come ce ne saranno decine di altri per ciascuna collina, ma sentirlo da chi “c’era” è molto intenso
Questa esplorazione può diventare un racconto interessante, anche grazie ai cenni storici e naturalistici che danno come uno spessore alle fotografie. Mi è piaciuto.
Mi fa davvero piacere, grazie.
Prego 🙂
🙂
che belle immagini… dove si trova questo posto?
Grazie! Alture di Arquata Scrivia
ho usato google maps perché non sapevo dove localizzarlo 🙂 ..è in Piemonte 😉 Stupendo
Sì, scusa, ho detto Arquata Scrivia e ho preso per scontato il resto… 🙂
Piemonte, sì, zone in cui mi rigenero, anche lavorando, magari, ma si lavora in modo diverso 🙂