Mancano cinque giorni al viaggio e stamattina pareva che invece che essere felice, abbia tutto d’un colpo lasciato andare tutta la mia parte debole, irritabile e lunatica.
Ho scritto pochissimi giorni fa che sono brava col dolore degli altri e col mio. A volte è vero, spesso è vero, ma non è sempre vero. Forse per nessuno può essere sempre vero. Qualche volte il dolore uccide la nostra parte paziente. Eppure c’è una pazienza del dolore, come c’è una pazienza dell’attesa e dell’ascolto e forse una pazienza della vicinanza, la più difficile di tutte. Quando si è molto vicini è dura non prendere certe cose per scontate, non pensare di sapere già, restare aperti e disponibili a “sentire” l’altro fino in fondo. C’è anche una rabbia del dolore. Una rabbia dell’amore, persino. Quando l’amore non basta, quando sembra che l’impegno e la fatica e la fiducia non vengano riconosciuti e si dimentica che è il dolore dell’altro a parlare, come così tante volte, troppe volte, il dolore e la rabbia parlano per noi. Rabbia nel dolore, dolore nella rabbia, si finisce per non sapere neanche più quale sia più forte, che cosa si prova davvero.
Lascio forse che certe cose che credevo dimenticate abbiano ancora presa sulla mia vita, prendano il controllo sottraendomi a me stessa e impedendomi di essere libera? Questo non voglio proprio permetterlo.
Se stessi male senza rimedio non scriverei, ma se non avessi qualcosa che brucia dentro non scriverei così tanto.
Ancora una volta vengo a cercare la tua voce amata per comprendermi, perché l’imperfezione mi pare di amarla ma non sempre l’accetto; allora cerco la tua voce per potermi perdonare. Prima di chiedere scusa a un altro bisogna essersi accolti e consolati da sé. Nel vento e nella bufera vedo i rami del mio albero piegarsi e non so se tu sei il vento, la tempesta o la radice dell’albero, o un ramo, o quelle foglie che in alcuni momenti si tingono d’oro. Se sei la mia pazienza o la mia rabbia, il mio dolore o la forza di superarlo, il mio impegno o la mia resa. So che continuo a cercarti, sempre, quando l’uragano batte con più violenza, e sembri portare un po’ di quiete, ma non sei forse anche nell’uragano? Questa solitudine, questa solitudine è lancinante, eppure non sono sola, in nessun senso possibile. Non riesco ad assolvermi dalla mia fragilità se non abbracciando la tua. Penso che forse, è questo che cerco di fare: rispecchiarmi nella tua fragilità per poter raccogliere almeno una parte dei frutti della tua forza, vedere i tuoi limiti perché un frammento della tua libertà possa appartenermi, amare la tua paura per custodire nel mio cuore almeno una frazione, anche la più minuscola, del tuo coraggio.
Ma il nodo che ho dentro è ancora stretto e aggrovigliato e quello nemmeno tu puoi scioglierlo. Però è buffo, eh, che io scelga d’istinto immagini così colorate, visti gli argomenti di cui parlo. Ed è buffo anche che ieri mattina, appena sveglia, dalla finestra del mio studio abbia sentito cantare un uccellino e sia andata a cercarmi subito il verso del pettirosso. Ed è buffo che fosse esattamente il canto che avevo sentito. E visto che si dice che io sia un tantino troppo riservata, più di quello che è nelle mie intenzioni, specifico: il viaggio è a San Francisco, ed è un viaggio di ricerca. La tua aria, il tuo oceano, le tue colline percorse in bicicletta, la tua casa. La mia casa. In senso ampio, certo, perché la mia casa resta anche qui ed è qui che tornerò, portandomi dietro, spero, un pezzo di altro cielo e un’ombra un poco diversa a giocare con altre luci. E portandomi dietro anche, comunque, un’altra casa d’elezione dove la mia anima potrà continuare a posare il cappello ogni volta che vorrà e che ne avrà bisogno.
Hai scritto cose molto importanti… come la pazienza del dolore e la rabbia dell’amore. Grazie 🙂
Grazie a te, cara. E’ stato molto importante anche per me scrivere queste cose, a volte bisogna scavare un po’ per trovare il punto da cui nascono le nostre emozioni
Sì. E scavare è doloroso ma talvolta è inevitabile.
Sì, credo anch’io
Che bello il tuo modo di scrivere. Mi sono emozionata. Hai trasmesso esattamente alcuni sentimenti che credo tutti possiamo provare. Certo renderli così è difficilissimo. Complimenti
Sì, penso che siano sentimenti comuni, a volte serve metterli nero su bianco per capirli meglio e smussare certi spigoli.
Grazie…
ottima lettura! Una pagina che stimola verso “viaggi” interiori e intimi, luoghi in cui, prima o poi, è necessario avventurarsi.
Sì, difficile ma necessario e direi fecondo, anche. Grazie!
Se puoi controlla nello spam, credo ci sia finito un mio commento, mi sta capitando per l’ennesima volta in poco tempo 😦
controllato e ho trovato due tuoi commenti, uno su James Brown e l’altro su De Andrè. Non so come sia potuto succedere. In ogni caso grazie
WP ogni tanto ce l’ha con me 😦 (anche con molti altri, capita a turno più o meno a tutti credo, io ho preso il giro di guardare ogni tanto nello spam, spesso trovo commenti che non lo sono…). Grazie a te! 🙂
d’ora in poi penso che guarderò anche io lo spam. Ciao e buona giornata
Buon viaggio : goditelo tutto! !! Nel bene e nel male. ..
Di male nel viaggio non credo che ci sarà niente… questi sono solo appunti di un momento di sconforto che ho avuto oggi, ogni tanto capita perché ci sono momenti un po’ difficili, poi si superano. In quei momenti vacillo su tante cose, ma la mia voce positiva mi aiuta sempre a rialzarmi ❤
Echitifermaate!!! 🙂
😀
Sono tanto felice di questo tuo viaggio. So che ti arricchirà molto e tornerai con parole preziose e occhi che avranno visto ciò che si cela al di là dei sogni.
Ho questa idea che dopo probabilmente scriverò meno ma in maniera più “centrata”. Ho questa sensazione che tutto in me sarà più “centrato”. Sei sempre dolcissima e mi sarebbe tanto piaciuto poterti salutare di persona prima di partire ma spero che ci vedremo presto dopo e che avremo un sacco da raccontarci 😀
:* ❤
Sarò a Genova sabato e purtroppo non ci vedremo, ma guarderò il cielo e ti penserò tantissimo ❤