Queste frasi sono brevissime e sono una più bella dell’altra, darei un’occhiata a tutte se fossi in voi, comunque copio e incollo qui sotto le tre che preferisco.
La prima volta che ho pensato a questo viaggio, però, è stata circa quattro anni fa, guardando in rete un programma del 2010. Robin era reduce dal suo “problemino di cuore”, la sostituzione di quella valvola difettosa, che lo aveva fatto sentire un po’ come una Chevrolet. Io non ne sapevo niente all’epoca, e ricordo bene il sollievo di capire che comunque tutto era andato bene e di vederlo in perfetta forma, sprizzare l’ironia e la gioia di vivere di sempre.
Era ospite di Jonathan Ross, presentatore di un talk show inglese. Ross gli aveva chiesto come mai avesse scelto proprio San Francisco, visto che poteva vivere ovunque volesse. Lo ascoltavo raccontare della prima volta che era arrivato, stregato da questo luogo fuori dell’ordinario, la nebbia che si riversava sulle montagne, la città affacciata sull’oceano, la bellezza in ogni dettaglio… eccetto i terremoti, ma dopotutto, diceva, stiamo su una faglia, è come giocare a dadi con la natura, ma ne vale la pena. E io, innamorandomi per l’ennesima volta di lui, mi innamoravo per la prima volta di un posto che non avevo mai visto, diventato poi il luogo geografico, fisico, la materializzazione di quel punto ideale in cui la bellezza supera la paura e capisci che il desiderio non è rimpianto per ciò che non hai, ma la spinta a ritrovare quello che conosci. Staccare i piedi da terra perché allontanandoti potrai vederla. E’ questo che ti permette di volare, dopotutto. .
…sognando la California—:-)
eh! 🙂
Mi ci fai pensare tuttte le volte. Buona giornata
E’ la mia nemesi, perché se ne è parlato tanto dellla tristezza del clown, e io detesto i clown e una delle cose che amo di lui è proprio che la sua gioia di vivere contagiosa è sempre stata reale come tutto il resto. Fino al momento in cui ha capito che il morbo di Lewy (diagnosticato come Parkinson all’inizio tra l’altro e curato in maniera sbagliata, il che ha peggiorato le cose) avrebbe ucciso la sua ragione prima di farlo morire comunque. Allora, forse, ha cominciato davvero a fingere di stare meno male di quanto stesse in realtà, ha continuato a sostenere le speranze di chi aveva vicino finché ha potuto e poi ha scelto di risparmiare a loro (e certo, anche a sé) le fasi peggiori. Straordinario fino all’ultimo…
P.S. comunque I left my heart è meravigliosa (anche se la mia preferita è la versione di Tony Bennett=
Grazie, buona giornata anche a te, un abbraccio
quell’immagine delle seven sisters ce l’ho come sfondo sul mio portatile 🙂
Io ho il Golden Gate, nel portatile e nel PC. Giusto da quattro anni circa, ora che ci penso 🙂
ancora domani poi il sogno si avvera.
Già… 🙂
emozione? Un pochino anche se dici di no 😀
Io dico di no^! Ma quando mai! Sono l’emozione fatta persona in questo momento. Anzi, le emozioni fatte persona! 😀
quando le esperienze nuove o vecchie arrivano l’emozione non manca, anche se diciamo di no. Aspetto il diario on the road