Sai cosa c’è di bello in questo mio cercare di somigliarti, o di somigliare alla me stessa che credo potrebbe piacerti? E’ che non lo faccio per te, lo faccio per me. Cambiare per un altro, perché qualcuno ce lo ha chiesto, lo fa morire, l’amore. Magari non ci se ne accorge subito, si pensa di farlo sopravvivere, persino di dargli importanza, e invece lo si uccide. Se però do al mio cuore quella forma che per me è perfetta, ma lo è, appunto, solo per me, una forma che mi appartiene come fosse un pezzo del mio corpo, che “è” un pezzo del mio corpo, allora non sto davvero cercando di piegarmi a un altro essere, sto solo riconoscendo una parte che vedo meglio da più lontano, guardando un altro e non limitandomi a scrutarmi dentro.
Non ti amo perché sei il mio modello di riferimento, è una cosa che non hai scelto tu, né lo avresti potuto. Non ti amo perché ti incantavi a guardare le farfalle, sono bravi tutti ad amare un esserino alato, multicolore e lieve. Ti amo perché tu hai capito la bellezza dei bruchi, hai amato la ricerca, l’impegno, la fatica della loro metamorfosi; perché hai preso i pezzi di vetro più taglienti, che ti avevano ferito il cuore, e li hai alzati per guardarli in controluce e vederci dentro l’arcobaleno; perché hai inventato parole efficaci per esprimere, giocando, tutta la rabbia dei bambini traditi; perché le città straniere che hai visto te le sei portate dietro senza dimenticarle e hai dato voce al loro silenzio, perché hai vissuto come me tra le colline e il mare e avresti amato i miei luoghi come io amo i tuoi, perché sei rimasto sotto la pioggia ad aspettare e i tuoi occhi erano ancora più azzurri; perché nonostante la paura, ti sei guardato dentro a fondo in modo che gli altri potessero, se volevano, cambiare lo sguardo su se stessi e sulle cose; perché hai mantenuto dei segreti, che è una cosa necessaria, qualche volta, per preservare l’anima, specialmente quando il corpo resta esposto a molti venti; perché anche per accarezzare un delfino, come per parlare con i bambini e i matti, bisogna aver rispetto e conoscere il modo; perchè sei del mare, lo sei sempre stato, ma entrarci così, senza difese, è tutta un’altra cosa, ed è perché sei del mare che il tuo cuore continua, ancora, ad accogliere le onde, che è quello che anch’io vorrei fare. E per questo, sai. Per l’arcobaleno, per il mare e i bambini, per gli aquiloni e per tutte quelle strade che salgono e poi ridiscendono solo per salire di nuovo. Ma più d’ogni altra cosa, per la bellezza dei bruchi.
Bellissimo scritto, anche commovente.Complimenti sinceri!
Grazie di cuore Marirò
Stupenda immagine ( non parlo della foto ma delle parole) quella del bruco da amare perché sarà bella farfalla, anzi da amare perché è già lui bellezza.
ml
Sì, soprattutto direi perché si riconosce la sua fatica, il suo dolore, e il ruolo che hanno nella costruzione della bellezza. Grazie Massimo
Ci vuole un’anima pura per scoprire la bellezza prima che diventi visibile. Solo chi guarda con il cuore ci riesce.
Un’anima pura o forse un’anima che sa quanto costa quel passaggio, ne conosce ogni segreto e solo per questo può dirti davvero col cuore, e farti credere, che ne vale la pena. Io diffido un po’ delle anime pure. Ma un cuore grande, invece… perché richiede di passare attraverso la terra, sporcarsi anche. richiede l’imperfezione.
In realtà stiamo dicendo la stessa cosa. Il mio concetto di anima pura è quello di un’anima che anche di fronte alle prove più tremende riesce a mantenere la sua luce, non ha paura di sporcarsi ma ne esce migliorata, più forte. Il mio ideale di purezza non è perfezione astratta e ascetica, è fatica, sudore e umanità.
ah, allora sì. E’ un problema mio con l’idea di “puro”, ma in quel senso sì, quella di chi sa passare per il dolore e attraversare tutte le emozioni, anche quelle più nascoste e negative, per meglio capire e capirsi, senza perdere la sua luce, è una purezza che non può non piacermi (of course) 🙂 ❤
Non avevo dubbi 🙂
E’ davvero bellissimo!!
“Ti amo perché tu hai capito la bellezza dei bruchi, hai amato la ricerca, l’impegno, la fatica della loro metamorfosi” …
Davvero bellissimo!!
Complimenti!
Grazie di cuore! :*
stupendo!
Grazie di cuore, benvenuta!
La bellezza del bruco è perché muta, cambia la pelle, esattamente come noi.
Parole intense e profonde, che colpiscono l’anima e la mente.
Veramente ispirate sono le tue parole.
Hai centrato il punto. Cambiare la pelle costa molto. Eppure c’è qualcosa di profondamente bello in quella mutazione, ma per saper vedere quella bellezza bisogna non solo esserci passati, ma anche saper mettere la propria esperienza al servizio degli altri, e non è da tutti. A volte, a forza di cercare la perfezione, non si riesce a sentirsi “vicino” agli altri e per trovare qualcosa di più si perde di vista la bellezza di quello che c’è
condivido parola per parole quello che hai scritto.
Come avevo già scritto in altra occasione: poesia in prosa.
🙂