Il mio cavallo selvaggio

Corre nell’erba il mio cavallo selvaggio,
irrefrenabile, mi pare, ché
né dalle parole, né dai silenzi
si lascia metter briglia in alcun modo
Pegaso fiero in volo, ma con la gentilezza
di chi ha visto molte cose, e ha capito
semmai la direzione, non la meta.
Al galoppo in questo cielo bizzarro,
che somiglia piuttosto al soffitto di un teatro:
s’agita il lampadario-mastodonte
gigantesco e lieve tintinna e luccica
come uno scampanellio di stelle a festa
e alla sua danza s’apre ogni porta
archi e volte e ponti levatoi
verso la parte opposta, si spalanca
ogni passaggio e nulla è come prima.
ma quando esce all’aperto,
la terra è avvolta in una favola di nebbia
nello scalpitio di zoccoli e nuvole
vedi passare nello spazio sottostante
castelli e terre, catapecchie e persone
misere cose e gemme e rose, tutto
velato e disvelato dalla stessa polvere dorata
che solleva al suo passaggio e schiude
germogli, volti e capriole d’anime e di corpi
a questa pioggia d’ambra a mezzosole.

E auguri per l’anno nuovo, che fino al 2 non so quanto riuscirò a scrivere. 

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Immagine presa da qui

22 Pensieri su &Idquo;Il mio cavallo selvaggio

  1. L’inizio, i primi 7 versi…mi emozionano tantissimo.L’aver “capito semmai la direzione, non la meta”…è da brivido, questa tua riflessione.Mi illumina tutto questo nuovo anno.Auguri di tanta serenità.E un abbraccio.

  2. Ps. Mi sono permessa di linkare questo tuo post in un commento da me.Lo ripeto anche qui: quella frase/verso sulla direzione e sulla meta è una delle più belle che io abbia mai letto.Da illuminazione zen, almeno, per me l’effetto è stato questo e te ne sono grata.

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