70.Night at the Museum 3. Secret of the Tomb (Il segreto del faraone)

La trilogia di Notte al Museo io la trovo deliziosa. Penso abbia quasi sicuramente i difetti del genere, prima di tutto una certa ripetitività. L’idea di base, i reperti del museo di storia naturale che prendono vita di notte, non è più una novità, però è anche vero che pur nell’ambito di uno schema simile, le situazioni, i personaggi, le caricature possibili sono innumerevoli. I protagonisti non cambiano e questo ai miei occhi è un pregio perché una serie letteraria o cinematografica ha senso se ci si affeziona e per me è stato così. Poi certo, è meglio se avete simpatia per Ben Stiller (a me è molto simpatico).

Questa volta Larry Daley (Ben Stiller, appunto) e i suoi amici del museo, Ahkmenrah l’Egizio, Attila, l’Indiana Sacajawea, Jedediah il Texano e Octavius il centurione romano, oltre naturalmente a Teddy Roosevelt (Robin Williams) devono fronteggiare la minaccia più terribile: la tavoletta grazie alla quale ogni notte il museo si anima sta perdendo la sua magia per sempre a causa di una maledizione. Per evitare il peggio, bisogna trovare il faraone padre di Ahkmenrah che conosce il suo segreto. Il faraone però è al British Museum, per cui i nostri partono per una spedizione laggiù.

E’ il penultimo film a cui Robin ha partecipato. La tentazione di mischiarlo con la sua vita è inevitabile. Mentre lo girava, era già devastato da quel male che gli stava portando via tutto, non diagnosticato nel modo giusto se non dopo la sua morte, ma conta poco, lui sapeva quello che stava succedendo e che non lo si sarebbe potuto fermare. Così acquistano un senso diverso certi riferimenti all’essere o meno reali, oggetti animati per magia o “persone”, perché tutto è vivo e non lo è allo stesso modo. Lancillotto non accetta di tornare al museo sotto gli sguardi di chi passa, bambini che fissano e puntano il dito. Ma imparano e trovano ispirazione per compiere grandi cose, gli risponde Teddy. Ci sono destini molto meno nobili, amico mio. E visto che tocca sempre a lui esprimere la decisione di tutti di lasciare la magica tavoletta al British Museum, sapendo che questo vorrà dire per loro non poter più tornare a vivere ogni notte, beh, quel ‘Va tutto bene, Lawrence. Siamo pronti.’ io lo leggo a modo mio e ormai lo sapete.

Mi ha commosso e questo è molto facile, sono un tantino emotiva quando si tratta di lui, ma ho sorriso moltissimo e mi ripeto anch’io, ma per me è uno dei tanti motivi della sua grandezza.

Via, non state a piangere per Bill, adesso, lui avrebbe riso a vedervi così sentimentali, andiamo, non è mica davvero scomparso. Se guardate verso il cielo, quando il vento ulula come un coyote, lo vedrete cavalcare… [da Pecos Bill]

6 Pensieri su &Idquo;70.Night at the Museum 3. Secret of the Tomb (Il segreto del faraone)

    • A me manca quasi come se lo avessi conosciuto. Non aver potuto conoscerlo di persona è un grande rimpianto, che allevio facendo ricerche e scrivendo di lui. E’ un conforto avere continue conferme che fosse davvero speciale come sembrava a me. E sì, quel sorriso mi illumina le giornate 🙂

    • Sai, sto riguardando alcuni dei film meno noti di Robin Williams e le recensioni, i commenti, le interviste e le note di produzione che li hanno accompagnati (sto scrivendo un libro su di lui, è molto importante per me, e speciale in più di un senso) e pensavo che molte di queste pellicole “minori” sono diventate o meriterebbero di diventare dei cult. Qui ha un ruolo apparentemente molto secondario, quasi da caratterista, eppure lascia tracce (certo io sono molto di parte, però…). Più leggo di lui, più aumenta la mia ammirazione, che già era enorme. Per il modo in cui sceglieva i ruoli, per come parlava dei suoi film e di tutto ciò che vi era legato e di molti altri argomenti, letterari, scientifici, persino tecnologici… per gli spettacoli dal vivo quella capacità creativa inesauribile, per la sua incredibile intelligenza, umanità, generosità e profondità di pensiero, per la sua mente così flessibile e agilissima. Trovo che manchi davvero molto e nel mio piccolissimo vorrei contribuire a ricordare le infinite sfaccettature della sua vita di artista e di uomo. Grazie (e scusa se divento sempre così sentimentale, parlando di lui anche a proposito di un film “leggero” che del resto come dicevo a me fa anche ridere e sorridere molto).

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