Sono arrivata più o meno a pagina 135 del mio libro (non crediate, so benissimo che non stavate più nella pelle dalla voglia di saperlo). E quindi? E quindi, manca ancora un bel pezzetto anche se certo, il più è fatto, ma il problema è che non dovrei assolutamente superare le 150 pagine. Ecco, già l’uso del condizionale con l’avverbio ‘assolutamente’ è indicativo (no, resta comunque condizionale! Vabbè). Io lo sapevo che il mio problema non sarebbe stata la sindrome da foglio bianco, ma la sindrome da pluralità di fogli (molto) densamente scritti, da sfoltire senza sapere che cosa tagliare…
Ma questo limite te lo sei imposto tu?
No, l’editore (il commento era finito in spam)
si ho questo problema da qualche giorno….difficile però, quando si esprimono stati d’animo è difficile tagliare….
Sì, è difficilissimo, tutto in questo libro mi appartiene, però penso sia indispensabile (tieni conto che parliamo di 150 pagine in A4 scritte fitte fitte, non è che possa venir fuori un libro di 1000 pagine, devo tagliare per forza. A volte su certe cose è facile, mi rendo conto dove ho ripetuto certe cose o espresso idee simili con altre parole. In altri molto meno. In un certo senso ho scritto per “ricordarmi di farlo”, per fissare questo “compito” che è doloroso ma necessario anche per il bene del libro 😀
Sicuramente….io parlo da profana 😉
Sono profana anch’io… devo fidarmi e cerco di presentare un lavoro più “pulito” che posso sperando che non taglino troppo loro 😀
giusto 🙂
🙂
Meglio così..dai.
Vero, anche se per me è un’operazione davvero difficilissima, quella di sfrondare…
Immagino. Penso sia difficile togliere parte di te…
Precisamente, in questo caso il punto è proprio questo 🙂
forse se aspetti qualche settimana, magari provando a iniziare a scrivere qualcosa d’altro per distrarre la mente … ma può essere una str…ta
No, non credo lo sia, penso anzi che dovrò farlo prima o poi, ma non in questo momento in cui sono lanciatissima, sto comunque arrivando verso la parte finale, il libro ha ormai preso forma e penso sia il tempo giusto per continuare sia a scrivere che risistemare. Poi arriverà anche il tempo di fermarsi e magari anche scrivere di altro, chissà 🙂
Intanto scrivi. Appoggia le tue parole su quei fogli, dagli lo spazio che meritano, butta fuori tutto.
Vedrai che poi sarà più facile togliere, sfrondare, limare.
E le parole che rimarranno si assumeranno il peso anche di quelle che hai cancellato.
Per il momento, in bocca al lupo!
Sto facendo un po’ così. Un po’ vado avanti a scrivere, un po’ sfrondo e tolgo e limo quello che avevo scritto prima. C’è tanto da dire ma è un utile esercizio quello di imparare a dirlo con meno parole 😀
Grazie, e come dicevo altre volte, spero che il lupo mi porti sana e salva alla tana (o alla meta) 😀
Io ti consiglierei di scrivere tutto di getto, poi di lasciar “marinare” per un po’ nell’oblio e rileggere con gli occhialetti critici. Può succedere, nella rilettura, di accorgersi di non aver saputo abbandonare in tempo certi personaggi, per un eccesso di affetto, o certe atmosfere, in cui noi autori, ci sentiamo a nostro agio, più dei nostri personaggi. I romanzi non sono la vita dei personaggi, sono occhiaie curiose sulla loro vita, sono ore, o giornate intense evocate e trascorse con loro e per loro, mai di più.
Questo non è un romanzo. Certo, non è neanche la “vita” del mio protagonista, c’è del vero in quello che dici, anche in una “biografia sentimentale” come questa. Ma vedo che per me dipende molto dal momento. A volte scrivo di getto, poi magari il giorno dopo ci torno, in altri momenti torno su cose scritte diversi giorni prima, per modificare in base a quello che è venuto dopo o perché mi tornano in mente e capisco che c’è un modo migliore di dirle. Però essendo la forma di questo libro molto particolare, credo abbia bisogno di un “processo di lavorazione” particolare (o forse sono io che sono strana, semplicemente) 😀
Ognuno ha il suo metodo e il suo libro! 🙂 Se il tuo non è un romanzo mi sento di ritenere validi solo in parte i miei consigli… alla fine lascia decantare… quello che proprio non va calerà giù! Un grossissimo in bocca al lupo!
Grazie di cuore! 🙂
beh! ti mancano solo 15 pagine alla fatidica soglia. Non so quante pagine sono da sfoltire ma al limite tagli qualcosa prima. Certo è un bel cappio il limite massimo di pagine.
Sì, ma sai, da quando l’ho scritto, mi sono resa conto che probabilmente dopotutto potrebbe essere meno difficile di quello che penso. Potrei davvero farcela. che poi credo che se dovessero essere 160 può andar bene lo stesso, l’importante è restare in quell’ordine di idee. In origine mi sembrava impossibile ma è un buon esercizio anche imparare a sfoltire.
è un’arte difficile. A volte mi capita di infoltire anziché sfoltire 😀
Eh sì, ne so qualcosa anch’io 😀
allora mi consolo!
per sfrondare dovresti cambiare la prospettiva, metterti dall’altra parte della scrivania, rileggere quei fogli come non li avessi scritti tu.
facile a dirsi 🙂
ml
Non ho ancora capito se il processo di scrittura implica liberarsi della preoccupazione di come gli altri vedranno quello che scrivi, oppure invece mettersi nei panni dei lettori e leggere “con i loro occhi”. Bisognerebbe trovare un equilibrio di entrambe le cose. Facile a dirsi, appunto 🙂
Grazie Massimo, buona domenica 🙂
non è facile…………
No ma è necessario 😐
sì!
Forzaaaaaaaaa!
Sissi, tanta graziee!!! 😀