Perdonarsi

Ho imparato a perdonarmi, ma vorrei non avere più niente da perdonarmi. Lo so che questo è il desiderio di perfezione che torna a far capolino, ma diciamo che vorrei dovermi perdonare sempre di meno, ecco. A volte mi pare che sia già in parte così, altre volte mi par di avere ancora troppi perdoni sospesi.

34 Pensieri su &Idquo;Perdonarsi

    • Potrebbe essere. Ma in questo momento sento che ci sono cose che devo perdonarmi più che accettare. Perdonarmi e andare avanti per fare in modo che succedano di meno. Perché ci sono cose che facciamo e diciamo, in realtà, quando non riusciamo a essere del tutto noi stessi. Io voglio riuscire a “sbroccare” ma a modo mio, non controllarmi in lungo e in largo fino poi a esplodere in modi e maniere che non sento miei. Devo pensarci… Intanto grazie ❤

    • Ti capisco benissimo, anche se mi verrebbe da dirti, con tutto il bello che viene fuori da ciò che scrivi, dai tuoi commenti, dalle cose che dici agli altri, di cosa mai dovresti punirti? Sei l’unica che non vede che persona bella sei? Ma so quanto può essere difficile fare proprie certe cose che gli altri vedono, quando tu non ci riesci. Ma credo che ci arriverai, scrivere serve, e forse serve anche vederti con gli occhi degli altri a volte ❤

      • Di questo ti ringrazio, perché capisci che davvero trovo difficile vedere in me una qualche bellezza e non è una posa ma una difficoltà reale. Mi piace sapere che conosci questa sensazione, non mi fa sentire troppo aliena. 😘😘💝

  1. Secondo me invece, avere poco da perdonarsi, non significa che si è perfetti, ma semplicemente abbastanza saggi da capire che proprio perché non lo si è ,ne lo si può essere, non c’è bisogno di condannarsi. E piano piano si impara ad accettarsi così, con i propri limiti. Certo, se uno dei limiti di una persona è fare del male agli altri, allora si che quel difetto va eliminato e si ha motivo di fare “mea culpa”, però per il resto…. siamo solo esseri umani. Anche se ci hanno fatto credere per secoli di essere superiori a tutti gli altri esseri viventi, purtroppo non è la realtà, anzi. Quindi, la parola chiave è ACCETTARSI.

    • Non era quello che intendevo, ma sono d’accordo su molto di quello che dici. C’è la saggezza di accettarsi con i propri limiti, ma io parlo di momenti, episodici per fortuna, in cui si fanno e dicono cose che poi fanno male a noi per primi e agli altri anche. Non so se siamo o meno superiori agli altri esseri, certo siamo tutto tranne che perfetti, ma la nostra benedizione/maledizione è che possiamo interrogarci, scendere a fondo in noi stessi, acquistare una consapevolezza sempre maggiore, e in questo modo anche rendere le nostre scelte sempre più vicine a ciò che “vogliamo” essere, a ciò che davvero è buono per noi, e non semplicemente quello che ci permette di sfogare momentaneamente una frustrazione, senza pensare al costo che può avere.

    • Troppo pochi portano a essere intransigenti con se stessi e con gli altri, però 🙂 (ne so qualcosa!). Io sono molto contenta di essere riuscita a farlo (e anche ad accettarmi, in una misura tutto sommato soddisfacente). Che non vuol dire certo che non continui a cercare di migliorarmi, anzi! Sai quanta fatica a volte ci vuole a leggersi dentro, lo si fa proprio per questo. Non credo di essere particolarmente indulgente con me stessa, ma appunto, mi voglio bene e questo forse è il segreto per poter essere duri con i propri difetti senza per questo affondare in sensi di colpa o condannarsi, che poi non serve.

      • Devo dire che per me imparare è stato (ed è) un processo lunghissimo e spesso doloroso. Oggi posso dire che ne è valsa e ne vale la pena, ma ci sono stati momenti in cui quasi quasi rinunciarci sembrava più facile. Non è affatto una cosa che “basta volere”, come qualcuno crede. Sembra strano, no? Dovrebbe essere naturale, e invece non lo è, non per tutti almeno.

  2. Ti invidio, davvero tanto.
    Io non riesco a perdonare me stessa, figuriamoci gli altri.
    Ne avevo anche scritto tempo fa: perdonare, per me, presuppone dimenticare il torto subito.
    E non ci riesco.
    Preferisco che il tempo faccia il suo dovere, che la delusione o il livore passino e poi archivio.
    E se do una seconda possibilità non è perché abbia dimenticato o perdonato, concedo semplicemente una seconda possibilità.
    Con me stessa sono implacabile, mi giudico e mi condanno, ma raramente mi
    assolvo.
    Che fatica essere me, signora mia! :))

    • Eh, ma ce ne vuole di tempo, sai… Ti dirò una cosa, più riesco a “perdonarmi” (e sì, anche ad accettarmi, naturalmente), meno ho bisogno di perdonare gli altri. Un tempo ero, credo, molto più intransigente, o almeno, questo mi veniva detto. Però in realtà io non mi facevo mai valere del tutto, dentro di me pensavo sempre di aver torto ma mi comportavo come se avessi sempre ragione. O forse viceversa. Adesso credo di accettare le persone che vale la pena accettare, ma le altre non le “perdono” più, diciamo che me ne preoccupo molto meno, non so se riesco a spiegarmi, ma è come se stessi diventando meno intransigente con chi merita, e di più con chi “non mi merita”. Cerco di riconoscere il bene che mi viene fatto, e di non lasciarmi fare del male.

      • quando poi capita che comunque faccia del male (perché poi capita, purtroppo), cerco di perdonarmi e questo mi permette molto più di un tempo di avvicinarmi alla persona che ho ferito, mentre un tempo erano proprio quelle persone che allontanavo di più

      • Ti sei spiegata benissimo.
        Spero anch’io di arrivare, col tempo, al tuo grado di consapevolezza e di sano menefreghismo per ciò che non merita la mia attenzione.
        Grazie di avermi dato spunti su cui continuare a riflettere. 😘

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