Ahi mia amata, mia città giardino,
ponte sulle mie lacrime,
ponte tra terra e fuoco, tra cenere e sole;
chiudo il dolore in una tana di parole,
rifugio inadeguato e inquieto,
ma sono le mie stelle a bruciare,
i miei piccoli fari notturni, inariditi,
soffocati da un vento desertico e maligno,
dal prosciugarsi delle piogge e delle speranze,
quando il profumo dei tuoi fiori diventa
fumo acre di campi in fiamme.
Il mare vigilerà sulla tua rinascita,
ti amerà di nuovo, come ha sempre fatto.
Io verrò, anima mia, ti porterò
i semi di altre foreste ignote,
alberi lontani, dai rami ingemmati di galaverna,
illacrimati dall’acqua delle mie sorgenti.
Non più al divampare degli incendi
il vento dedicherà il suo volo,
ma al rifiorire della nostra casa.
E’ una poesia un po’ così, forse non era nemmeno una poesia, parole scritte di getto per la mia casa d’elezione, che in questo momento combatte col fuoco, ma ha un cuore fiorito, capace di rinascere dal fuoco, dall’acqua e dalle ferite della terra.
Non se sia poesia ma è molto bella
Grazie 😀😘😍
molto bella 😊
Se non è poesia questa… bellissima 😀
Grazie 😊
Figurati, è la verità.
☺
a me piace. Il tono di nostalgia misto a una sensazione dolorosa conferisce ai tuoi versi una innegabile forza di immaginazione.
Ti ringrazio. E’ venuta proprio dal cuore
si avverte
Fuori il fuoco che devasta le cose, dentro un fuoco che alimenta passione ed amore.
Una bella lettura, grazie