Ha ragione alla fine chi dice: segui l’istinto. Che può ben essere aiutato da altri, quando percepisci che ti hanno “vista” e capita anche oltre le parole. Anche dalla ragione, ci mancherebbe. Ma alla fine devi sentire con forza dentro di te il momento in cui arrivi a qualcosa che è giusto per te, profondamente vero e onesto. Sentire che in fondo era quello che volevi scrivere davvero fin dall’inizio. Magari qualcuno se n’è accorto prima di te, ma solo tu puoi sapere fino a che punto. Per le rifiniture c’è sempre tempo, ma io so che con alcune osservazioni che ho accolto, il libro sta arrivando a un bellissimo traguardo, un momento in cui posso davvero posarlo e lasciare che vada, consapevole di aver dato quello che volevo e potevo dare. Grazie a chi lo ha letto e a chi, spero, lo leggerà.
Il momento più difficile: quando ti devi fermare e dire “ho finito”. Non devo fare più nulla…se non lasciarlo andare!Ti auguro tanti momenti belli di gioia e di gratificazione per la “fatica” di questa bella impresa e sfida!
Ciao Cristina
Grazie di cuore :-*
giuste osservazioni. Segui l’istinto.
Allora la crisi si sta evolvendo, il che è già una buonissima notizia. Il paradosso è che si parla della letteratura come finzione, ma in effetti deve essere una finzione onesta; e non solo perché il lettore sa che sta leggendo un’opera di finzione, e quindi non è vittima di un inganno, ma anche perché chi scrive produce un buon risultato solo se ha davvero qualcosa da dire, una storia che senta profondamente vera e sua, alla quale senta il dovere di dar voce. Se non credi a quello che scrivi si sente.