I libri di poesia, si sa, non hanno un inizio e una fine. Anche quando non si tengono sul comodino come, al momento, faccio con questo, sono comunque sempre in attesa, di un momento, di un umore, di un tempo giusto o di una certa combinazione di pianeti. Il che è vero, dirà qualcuno, per qualunque libro, e indubbiamente è così. Ma per altri libri, tutto ciò porta a una lettura – o più letture – comunque racchiuse in uno spazio ben delimitato, con un inizio e una fine; mentre lo spazio di un libro di poesie è di per sé inconcluso, in attesa anche nel momento stesso in cui lo leggiamo, sempre aperto.
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
…
[Giuseppe Ungaretti, Sereno, da “Vita d’un uomo”, Mondadori, 1974
Mi permetto di dire che siamo abituati a un tipo di lettura che poco ha a che fare con l’arte. Se guardiamo un quadro, ci attendiamo forse che quel che è rappresentato abbia una conclusione? Siamo noi che, se sappiamo guardare, traiamo delle conclusioni che sono estetiche emotive ma certamente non logiche.
Se il poeta è bravo usa le parole come il pittore i colori o lo scultore la mazza e lo scalpello. Perché dovremmo chiedere alla poesia più di quello che chiediamo a un quadro o a una scultura ?
Credo che ci siano forme diverse di arte, senza che necessariamente una sia superiore all’altra. Se leggo un romanzo, anche un capolavoro assoluto, mi aspetto che abbia un certo inizio e una carta conclusione, ancge se poi, come a volte si dice, il dialogo con un libro significativo prosegue anche oltre. La poesia in questo senso è più libera. Mio parere personale. Sui quadri non saprei, non ci ho mai pensato, cerco altre cose in un dipinto.
io sono convinto che oggigiorno si è sperimentato di tutto, anche con la poesia, ma se le altre espressioni artistiche sono in una fase di stallo (qualcuno dice di confusione), la poesia fra tutte è quella che si è mantenuta più pura. Metaforicamente, se nella lirica di Ungaretti la nebbia descritta è paragonabile al sopracitato periodo di transizione, in cui si vede e non si vede il fine del concetto di “Arte” in quanto tale, alla fine, intravedere le stelle, consiste proprio nel ritorno della bellezza come l’abbiamo sempre immaginata.
vero un libro di poesie è senza tempo