Roma mon amour

Ho sempre considerato roma troppo grande, troppo trafficata, troppo caotica, troppo tutto per essere a misura d’uomo. Piena di cose bellissime, chi mai oserebbe negarlo, ma una sorta di invivibile museo a cielo aperto che non ha mai fatto i conti con la propria stessa bellezza, e tanto meno con la propria importanza.

Negli ultimi tempi mi è capitato di andarci più di una volta, e sarà che è stato sempre per piacevolissimi motivi, ma sto gradualmente cambiando idea. Non ci vivrei comunque, ma comincio a intravedere un che di familiare, di molto meno esorbitante e più equilibrato di quanto pensassi.

Naturalmente, sono sempre andata in posti raggiungibilissimi, in orari non di punta, e quindi senza nessun problema di accesso ai mezzi, non mi hanno toccata più di tanto i problemi quotidiani di sovraffollamento, buche, ecc. Comunque, mi sono spostata con molta facilità in metro, ho incontrato e ri-incontrato gli stessi posti fino a renderli un po’ miei, mentre ne scoprivo altri, insospettati luoghi di  meraviglioso incontro tra persone che vivono lì dai tempi della Lupa e Americani capitati per caso nella stessa trattoria e seduti allo stesso tavolo con la naturalezza di chi non si pone nemmeno il problema, complicità e frammenti di vita condivisi sapendo che non ci si rivedrà, ma che si può nonostante questo (o per questo) essere amici intimi per una sera. E il Polmone Pulsante, luogo d’arte e poesia, e i giardini del palazzo dei Marchesi del Grillo (loro, sì) e la vista tetti…

A proposito, nelle ultime tre settimane ci sono andata due volte per due premiazioni diverse. Queste foto le ho fatte alla prima visita, in occasione della Medaglia d’Onore che ho avuto al Di Liegro, perché la seconda volta pioveva e nun c’avevo voja.

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Lo stupore dei corpi, la poesia premiata al Di Liegro, fa parte del libro Il canto del pettirosso, che adesso è uscito ufficialmente e lo trovate qui:

LO STUPORE DEI CORPI

Vorrei darti le tre linee rosse sul mio ventre,
dove s’è incurvato all’annoso peso del dolore;
le pieghe della fronte, ché nei pensieri t’assomiglio;
le cicatrici delle vaccinazioni sulle spalle,
per ricordare che ci vuole impegno per guarire
e perché è dalle ferite che s’impara il volo;
vorrei darti le rughe dello sguardo, i segni
del mio sorriso sulle labbra, come stelle screpolate;
i calli duri sotto i piedi, la pelle che invecchia,
ma lentamente, negli angoli nascosti;
il sale nell’acqua, perché il mare ci serve,
e le spine tra le more e sui gambi delle rose,
perché tu capisci tutto quello che c’è dietro.
Dimmi che il cielo ti contiene, non credo
a un paradiso senza lo stupore
dei corpi, la meraviglia delle dita, gli usi proibiti
delle mani e della lingua, a un paradiso senza il freddo
e la saggezza del brivido caldo che scorre nelle vene.
Dimmi che il cielo ti contiene, che è abbastanza grande,
non credo
a un paradiso senza i tuoi occhi.

E qui ci sono alcune foto

11 Pensieri su &Idquo;Roma mon amour

  1. Tutti quei ‘troppo’ che hai elencato all’inizio erano anche miei, prima di trasferirmici.

    Quando ci ho vissuto ho spesso smadonnato per i tanti disagi che la città offre (e senza che tu li abbia chiesti! Che generosità!).

    Quando poi l’ho lasciata mi è dispiaciuto. Assai.

    Roma è così, la tieni a distanza, la prendi, la allontani.

  2. Roma, tutte le volte che mi è capitato di andarci, l’ho sempre girata a piedi. Solo così si può gustare la città. Certo sono diversi anni che non ci vado ma il ricordo è bello.
    Convengo con te che non ci vivrei ma qualche giorno per girarci a piedi quello sì.
    Bella la poesia e passerò dal link.
    Serena serata

  3. Bellissima la poesia, bellissime le fotografie. Roma deve avere un fascino incredibile, quando si trova il modo giusto di visitarla – cosa che devo ancora fare, lo confesso. Il bello delle città che ho visto – non troppe, a dire il vero – è che ognuna ha qualcosa di fortemente suo, un’identità definita, direi quasi una personalità. Se dovessi tentare con la mia Milano, direi che ha una strana forma di modestia autolesionistica: ti mostra subito tutto, quasi te lo sputa in faccia, ma tiene ben nascoste certe bellezze che non ti aspetti, di quelle che trovi se sai dove cercare. Non so se mi sia spiegato, ma la descriverei così.

  4. Roma è davvero affascinante, io ancora non ci sono stata. La poesia e le fotografie sono davvero molto belle. L’arte poetica è sempre così poco apprezzata o, meglio, sottovalutata. Se vuoi passare per leggere quanto scrivo, ti aspetto volentieri. Sarebbe bello avere diversi punti di vista.

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