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Un imperativo a metà mi ha accompagnata per tutta la vita: focalizzarmi. Dico a metà, perché sebbene lo sentissi come una necessità impellente, metterlo in pratica è stato sempre tutto un altro paio di maniche. Avrei voluto essere un’esperta conoscitrice di cinema (e, ultimamente e in misura più limitata, anche di TV), oppure parlare correntemente sette lingue, oppure avere una vastissima cultura letteraria, oppure essere una studiosa di relazioni internazionali di fama, il che implica naturalmente un considerevole interesse per la politica, nel senso presumibilmente più nobile del termine, ma poi che dire della musica? Beh, quella più che altro l’ho sempre coltivata da ascoltatrice, ma strimpellavo un paio di strumenti, e se ci avessi dedicato più tempo… Mi sono dilettata varie volta con la cucina, e ho accarezzato l’idea che avrei potuto anche (oppure) studiare cucina seriamente. In tutto questo, avrei voluto avere una casa sempre in ordine e pulitissima, essere sempre impeccabile non solo quando esco, e avere un sito professionale pieno di contenuti, scritti, audio e video coinvolgenti e molto ben confezionati. E non ho ancora parlato di uno dei più importanti aspetti della mia vita, oggi purtroppo difficilmente raggiungibile in tempi di pandemia, ma di cui vorrei occuparmi a tempo quasi pieno (oppure): il giardino.
E se, invece, dovessi limitarmi a prenderne atto, fare pace, alla mia quasi veneranda età, con il fatto che tutte queste cose hanno per me un valore?
Unire, combinare, affratellare, innestare. Cosa implica questo? Non vorrei proprio continuare ad aprire e chiudere pezzi in maniera del tutto disorganizzata, secondo l’uzzolo del momento. Ma continuare a riflettere e poi agire in base a qualcosa di molteplice. Buttare giù idee e trovare un modo per metterle insieme. Magari non un piano, perché mi sa che ai piani, in senso stretto, sono altamente allergica. Ma qualcosa che gli somigli abbastanza da poter finalmente mettere tutte queste idee, questi pezzi di vita e di passione, a disposizione di qualcosa di concreto, per me, e se possibile anche per altri. Qualcosa di variegato, composito, ma in qualche modo intero e non più spezzettato.
E se, invece…
Se trovi la formula (magica) avvisa il tuo bradipo, che è prontissimo a seguirti 😊
Bacio
Sid
No, ma è una specie di epifania che mi è arrivata addosso. Voglio dire, da sempre mi do delle botte in testa da sola dicendomi che devo cambiare, canalizzare, scegliere. Indubbiamente, qualche scelta bisognerà pur farla. Ma se questa miriade di interessi ce l’ho, e continua ad aumentare, forse qualcosa vuol dire. Di questa mia molteplicità voglio farne qualcosa, ed è arrivato il momento. Penso che alla fine, scrivo per questo. Perché scrivendo puoi essere tante cose insieme. Tenere insieme i pezzi, se non altro.
Bacio a te 🙂
❤
Per focalizzarsi su qualcosa in modo produttivo occorre innanzitutto scegliere. Avere troppi interessi disperde le energie e si rischia di fare tutto nel modo approssimativo. L’ideale sarebbe capire quali sono le cose che ci fanno stare veramente bene, in poche parole le cose per cui si è portati, le proprie attitudini.
Un saluto
Lo pensavo anch’io. E forse è così, ma in questo momento sento invece che la strada giusta è quella di far pace con questa molteplicità. Forse è proprio quella che mi fa stare bene. E posso trovare un modo per collegarli. Dopotutto, probabilmente per scrivere, come per tradurre, probabilmente avere tanti interessi è un vantaggio!