Questi sono gli incipit di tre miei racconti che – ho saputo due o tre giorni fa – hanno ricevuto il Premio Speciale della Giuria al Premio Casentino. Premiazione il 22 giugno a Poppi (AR), nella bella Abbazia di San Fedele, di origine medioevale (benché molto rimaneggiata, ma riportata quasi all’aspetto originario, almeno all’esterno, dall’ultimo restauro ai primi del Novecento).
I LADRI DEL TEMPO
Parole. Parole scagliate, schiantate come una cascata verso la valle. Come stalagmiti di ghiaccio, bellissime e fredde, scintillanti e feroci. Le parole hanno inventato i sentimenti. Le parole hanno inventato l’uomo, e non il contrario. Le parole disegnano i nostri contorni, sono un seme piantato nella terra, e il grano che cresce, il vento che piega le spighe, la grandine che le schiaccia, il sole che le matura e la falce che le taglia. Oggi non avevo più parole, le avevo finite tutte. E per un istante, quell’istante in cui sono rimasto senza parole, ho smesso di esistere.
IL FIGLIO DELL’OMBRA
So bene che il rapporto tra uomini e lupi non è mai stato facile. Sono un lupo e non sono imparziale, ma non sono qui per dire che i lupi siano creature inoffensive, candidi e dolci come agnellini. Che poi gli agnelli mica sono candidi, sono giallognoli e puzzano, ed è vero che se capita l’occasione ce li mangiamo volentieri… ma questo lo fate anche voi. Di storie sui lupi però se ne sono raccontate e se ne raccontano tante e qualcuna, se me lo consentite, è un po’ esagerata.
NIVES
Nelle città ci sono strade che si incontrano, si intersecano a volte in grovigli e labirinti, in un dedalo che ti disorienta senza un filo per ritrovare la via, perché i fili si sono tutti aggrovigliati e annodati e a sbrogliarli ti ci vorrebbe la vita. Strade fatte apposta per confondersi e smarrirsi.
Altre strade, invece, scorrono parallele, non come rette precise e geometriche, ma di solito come serpentine ondeggianti, che sinuosamente strisciano tra le case e le persone, infiltrandosi in mezzo ai tombini, palesandosi d’improvviso dietro una piazza, eppure senza mai deviare dal tracciato dell’itinerario di sempre.