Dicono che i poeti devono sporcarsi le mani, giusto? E dunque, sia: da poetessa (o poeta?!) e traduttrice a donna di fatica è un attimo. Ho carteggiato e stuccato una stanza, dato la pittura di fondo, svuotato cuffe di carbone per gli operai che ci mettono il “zetto” ossia le rovine della demolizione, sfoderato e prelavato a mano un divano, fatto la lavatrice, lavato i pavimenti (un sacco di volte!), spostato un materasso, iniziato a riordinare il garage, e nel frattempo lavoro anche (inteso nel senso di lavoro pagato…). E ancora non ho messo le mani nella terra… spero domani, il giardino aspetta, e forse la poesia si nasconde anche lì, tra un bruco e un’achillea.
Adesso però mi piazzo sul divano con un bel film, e non ci sono per nessuno!