Non è ciò che ho, la mia ossessione, nessuna ricchezza può saziare il vuoto della mia anima, non venero il mio oro, né mi rende felice, al contrario, è solo il terrore di non averlo più che mi spinge a guardarlo e riguardarlo come un innamorato, a non lasciarlo mai, a sorvegliarne la crescita come una madre fa col proprio figlio. Anche un granello di sabbia appiccicato sotto le mie scarpe, a doverlo cedere, mi farebbe precipitare in un vortice di infinita mancanza, perché ho nel cuore un pozzo che non può riempirsi mai. E’ odio, non amore, quello che sento, e se potessi, se ne avessi il coraggio, seppellirei il mio tesoro dove neppure io sarei più in grado di trovarlo. Invece, mi tengo stretta ogni moneta, ogni singolo frammento di ricordo, per non perdere, vivendo, neanche la più piccola parte di me stesso.
Q. Massys, Gli esattori delle tasse