Impronte

S’illumina di mare la strada
e lascio impronte di sabbia.
Così passo il tempo:
guardando la forma dei miei piedi
tradita dal mutare delle onde.
E ti penso anche in quest’aria crespa
tra brume straniere.
Cerco la verità della tua faccia
il volo di un aquilone in festa
il silenzio quieto dell’attesa
che basta a se stessa
senza nulla da riempire.
Ho labbra d’esasperata sete
e niente più cicogne alla finestra.
L’estate è finita
e non ritorni.

LASCIO ANDARE IL CUORE

Lascio andare il cuore, cammina da solo.
Volerebbe, se non l’incatenassi qui con le mie mani.
Si odia il mondo intorno, a volte,
quanto più ami il dolore maldestro
di chi è stato fuori tempo e fuori luogo a vita
solo perché la vita è fuori tempo e fuori luogo.
In un altrove, nulla di straordinario,
sarebbe stato ben più lieve il viaggio
e ben diverso tu.
Ma non ti vorrei diverso, né, credo, lo vorresti
La libertà ti si addice, come il dolore e le risate
come la pienezza degli incontri,
come l’eccesso d’amore che, guarendo, ferisce,
come l’eccezione, che non conferma alcuna regola,
perché tutto è irregolare, sorprendente,
meravigliosamente in-finito, da completare in eterno
e un cuore che si scioglie e ricompone
in smisurati versi,
voce di un irragionevole saggio,
dolce di pena e di allegria
incanto e sogno e musica e parole
Certi capitani di terraferma
spiegano vele a un vento più lontano
Certi marinai vedono montagne e stelle
là dove lo sguardo non arriva
e reggono il mondo su spalle di intensa fragilità
fino a che si muore – di troppa vita, forse.