Sai, da quando sei andato via molte cose sono cambiate. A dire il vero, alcune sono rimaste com’erano, è cambiato il mio modo di affrontarle o di percepirle. Ma ogni giorno qualche piccolo dettaglio si modifica, fino a evolvere in cambiamenti grandi. Ho riempito vuoti, creato spazio dove prima tutto si affollava, pensieri, parole, incontri, affetti, cose da fare, desideri. Ho rivisto le mie priorità, se vogliamo dire così: ossia, ho deciso che quello che voglio fare, quello che mi fa piacere e che mi dà gioia ha almeno lo stesso valore, ma probabilmente di più, di quello che devo fare, per cui mi sento responsabile e che pure, intendiamoci, è un impegno che mi assumo anche volentieri, se non altro perché fa parte del prendermi cura delle cose.
La tua irrequietezza in me è diventata sete di viaggio, che poi è sete di vita e questo è un altro aspetto in cui ci somigliamo. Finché si è vivi si è in viaggio, e viceversa. Ogni volta che sono ferma lo stomaco mi si riannoda in questo che non è altro che una tensione verso qualcosa di nuovo da vedere, imparare, migliorare, sperimentare. Immagino di poter restare indefinitamente solo in un posto, quello che è casa perché c’è la tua ombra e perché di per sé si muove e non si chiude mai, è come se fosse a sua volta in viaggio e lo amo davvero molto sai, del resto la ragione la conosci benissimo.
Sento forte questo desiderio di dare di più di me, sto aprendo di più la porta che dà sul mondo e d’improvviso è come se davvero il mondo mi venisse incontro. Voglio mettermi in gioco. E’ buffo sai, perché questo viene da uno scavo introspettivo, è come se entrando di più dentro se stessi si riuscisse poi a trovare meglio gli altri, beh ma poi lo vengo a dire a te, lo sapevi da una vita, me l’hai insegnato tu. Con le parole ho disegnato un tuo ritratto, uno dei mille possibili, e nel disegnarti sono emersi in parte i miei contorni, i miei colori. Ho scavato prima col bisturi, poi rifinito la ferita col cesello per rendere il dolore più presentabile e quindi più condivisibile. Ho cercato di prendere da te quella eccezionale capacità di scambio tra dentro e fuori, tra intimità e mondo, esperienze personali e universali.
Oggi ho ricevuto una risposta, dall’esterno, dopo una mattinata partita male, l’emozione fortissima di sentir dire, dalla persona da cui più speravo di sentirlo, che il libro lo ha molto colpito, che sono stata capace di trasmettere i sentimenti sulla carta, che quel lavoro che mi pareva, da una parte, quasi un masochistico tormentarsi il male impedendogli di guarire, e dall’altra un portare artificiosità dove volevo essere il più possibile diretta, ha dato in realtà i suoi frutti, perché poi alla fine è importante quello che provi, ma è importante anche dirlo e permettere agli altri di riconoscerlo e di entrarci per uscirne se possibile diversi, anche impercettibilmente, ma comunque non gli stessi di prima. Non so se sto restituendo anche solo una minima parte di quello che ho avuto o se in realtà continuo a ricevere. Forse un po’ tutte e due le cose, ormai ho perso il conto di quello che ti devo, ma dentro tutto questo e la felicità che porta tu ci sei, e questo va bene, molto bene.