L’unica carezza che mi importi è quella che un intingolo cucinato con amore fa alla tua lingua, prima di scendere lentamente nel palato e torturarti con maligna dolcezza. L’unico senso del mio vagare per il mondo è pregustare, centellinare, divorare, succhio il miele della vita derubando gli dèi del loro nettare, lasciando che sia la mia bocca a segnare il confine tra la terra e il cielo.
Food of the imagination – from ‘Hook’
Anche la gola può essere terribile ed è forse il peccato che più di ogni altro rappresenta l’avidità, la smania di avere sempre di più, di non fermarsi mai a godere di quello che c’è, perché è come se valesse sempre di più quello che non c’è.
Tuttavia, c’è anche un’altra faccia, come per tutti gli altri peccati, forse, o quasi, ed è la faccia, in questo caso, direi opposta dell’altra. Il sapersi godere la vita, le cose buone che regala, con allegria.
E allora, ho scelto come immagine la cena dei Bambini Sperduti, che nel film ‘Hook’ segue immediatamente una delle scene che amo di più in tutto il cinema, la ‘Battaglia del Cibo’: una battaglia meravigliosamente dissacrante e liberatoria, che tra l’altro dipinge senza bisogno di parole un’idea bellissima, e cioè che la fantasia, il gioco, e la libertà di essere se stessi nutrono meglio di qualunque cibo. Con la cultura, come ben sappiamo, si mangia benissimo 😀
hai colto nel segno e se non ti dispiace vorrei ribloggare i tuoi pensieri
Non mi dispiace affatto, al contrario mi fa molto, molto piacere!
grazie
L’ha ribloggato su Punto Gio e ha commentato:
Coglier nel segno questo è https://wordpress.com/read/blog/id/48698728/
sei sempre una sorpresa ricchissima, grazie
Ultimamente sono diventato piú goloso, ma effettivamente non mi dico portato alla Gola in particolar modo…
La penso come te su questo vizio capitale. Non conosco però il film di cui fai menzione. Dolce sera. Isabella
Non conosci ‘Hook’? Il Peter Pan di Robin Williams, diventato avvocato parruccone, che torna ad affrontare il suo démone pirata Giacomo Uncino (e che duello, tra il meraviglioso Robin e il grande Dustin Hoffman di Uncino…). Il finale è un po’ zuccheroso, è vero, ma la storia vive di tutti gli scherzi, i versi, i maldestri tentativi di volo e i voli delle parole man mano che Peter si riappropria della fantasia, e tutto in fondo vuol dir questo, che per crescere non serve perdere la libertà di viaggiare nel mondo portandoci se stessi. 🙂
Che gaffe mia cara. Lo conosco eccome. Ogni tanto un incidente di percorso ci vuole… Un abbraccio. Isabella
Prendere per la gola qualcuno… non sapevo che lo portavo fuori dalla retta via 😀 ma chi non è goloso, alzi la mano.
Nessuna mano alzata pfiuuu me la sono cavata anche questa volta.
condivido l’altra faccia del peccato 🙂 e la lettura (scrittura) che ne fai.
ml